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Georges Bataille (Billom, 16
settembre 1897 – Parigi, 9 luglio 1962) è stato uno scrittore,
antropologo e filosofo francese.
Fece parte della seconda leva dei surrealisti francesi insieme ad
Antonin Artaud, Pierre Drieu La Rochelle, André Masson ed altri.
Tuttavia, uscì presto dal gruppo in seguito a divergenze politiche.
Il campo dei suoi studi fu molto vasto: dalla polemica sociale
all'antifascismo (il suo giornale La critique sociale fu una
delle voci più forti dell'antifascismo francese).
Quello che fra i suoi numerosi scritti è ritenuto il più importante,
Sur Nietzsche, offre una nuova visione e una rilettura in termini
più rivoluzionari del filosofo tedesco, che la vulgata del tempo
presentava come ispiratore del nazismo. Questa nuova visione della
figura di Nietzsche influenzerà significativamente gli studi di Michel
Foucault, Jacques Derrida, Pierre Klossowski e Roland Barthes, fra gli
altri.
Bataille scrisse anche alcuni romanzi: il più celebre è L'azzurro del
cielo (1935), opera d'impronta esistenzialista che regge il
confronto con i lavori dei suoi contemporanei Sartre (che Bataille
conobbe, e con il quale ebbe un contrastato rapporto) e Camus. Un altro
suo romanzo, L'impossibile (1962), si configura come una lunga
sequenza di flash narrativi intervallati da incisioni di André Masson,
anch'egli suo amico, della cui collaborazione si avvalse anche per il
libro Histoire de l'oeil
(1928).
L'opera letteraria di Bataille fu al centro di una attenta disamina
critica da parte di Maurice Blanchot, primo e più acuto dei suoi
esegeti. Quello tra Bataille e Blanchot è un sodalizio di pensiero e
amicizia tra i più significativi del Novecento francese. Fu
probabilmente grazie all'influenza di Blanchot che Bataille, nei primi
anni del dopo-Guerra, fondò la rivista Critique, campo di
battaglia della più vivace critica francese della seconda parte del
secolo XX.
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"Benché
"l'Histoire de l'oeil" comporti alcuni personaggi che hanno un nome, e
il racconto dei loro giochi erotici, Bataille non ha inteso scrivere la
storia di Simone, di Marcelle o del narratore (come Sade ha potuto
scrivere la storia di Justine o di Juliette). "L'Histoire de l'oeil" è
veramente la storia di un oggetto. Come può un oggetto avere una storia?
Esso può passare di mano in mano, e può passare anche di immagine in
immagine; la sua storia allora è la storia di una migrazione, il ciclo
delle reincarnazioni (in senso proprio) che esso percorre nel
distaccarsi dall'essere originale, seguendo l'inclinazione di una certa
immaginazione che lo deforma senza tuttavia abbandonarlo: è il caso del
libro di Bataille."
(Roland Barthes)
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