weiter leben
Ruth Klüger, una donna splendidamente sicura di sé e
senza peli sulla lingua che odia il falso
pathos.
Da ciò dipende la riuscita della sua più autentica letteratura.
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"Vivere ancora" è un libro straordinario, tra i più importanti nel suo
genere pubblicati negli ultimi anni. Si tratta anche di un testo
complesso, che si discosta da gran parte della letteratura
autobiografica esistente sull'argomento per il tono polemico e poco
ammiccante, a tratti addirittura ruvido, che lo caratterizza. Ciascun
capitolo è attraversato da brani di poesia, inseriti dall'autrice quasi
fossero delle foto ricordo, a commentare momenti che la prosa non
riuscirebbe a esprimere con efficacia. Un'inquietudine incessante caratterizza lo stato d'animo della protagonista, che lungo quattro decenni si interroga sulla propria esperienza di sopravvissuta, e la confronta con chi l'ha condivisa con lei, con chi non ne vuole più sentir parlare, con coloro che la deformano e pretendono di interpretare o spiegare la Shoah con semplificazioni e censure, con quei pochi che sono capaci di ascoltare, con il figlio che le rimprovera di non avergli mai parlato della sua terribile esistenza da bambina, con i colleghi che ascoltano malvolentieri i suoi interventi in pubblico, con la propria madre infine, a cui è legata da un insanabile conflitto . Il racconto degli anni dell'infanzia, della prigionia e poi dell'emigrazione è continuamente spezzato dai commenti a reazioni di conoscenti, amici e parenti che negli anni hanno accompagnato il difficile e doloroso processo della protagonista per riuscire a scrivere sull'esperienza dei lager, per dar conto di come è diventata, di com'era prima, e durante, e adesso. Il libro è pervaso da una tormentata interrogazione sulla propria scrittura, e sugli interlocutori reali e ideali, in primo luogo i tedeschi. Le domande più brucianti, intorno a cui i problemi dell'identità attuale e passata si intrecciano con la volontà di impedire la pacificazione e il silenzio, tagliano il libro esattamente a metà.
Recensione di Di Cori, P., L'Indice 1996, n. 6
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Vivere ancora : storia di una giovinezza / Ruth Klüger. Trad. di
Andreina Lavagetto. - Torino : Einaudi, 1995. - 282 p. /
Milano : SE, 2005. - 239 p.
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So prosaisch, prosaisch bis zum Irritierenden und Faszinierenden zugleich, einige Passagen dieser Erinnerungen in ihrer unerbitterlichen Gefühlsgenauigkeit anmuten, das Eingangskapitel und der Epilog sind reine Poesie in Prosa. (...) In der Fülle der Überlebenszeugnisse über den Holocaust zählt dasjenige Ruth Klügers zu den bewegendsten, verstörendsten - ein Stück Weltliteratur. (Ulrich Weinzierl, Die Welt, 23./24. August 2008)
Unterwegs Verloren, pubblicato nel 2008, si propone come un ulteriore frammento letterario che riunisce gli intensi ricordi di questa straordinaria scrittrice. |
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